standard-title Tumore della Vescica

Tumore della Vescica

Il cancro della vescica è il quarto tumore più comune negli uomini e l’ottavo più comune nelle donne. L’incidenza e la mortalità aumentano con l’età; l’età media alla diagnosi per il cancro alla vescica è 73 anni.

Tra i fattori di rischio per lo sviluppo della malattia vanno ricordati il fumo di sigaretta e l’esposizione prolungata a sostanze derivate dal benzene, coloranti, gomme, cuoio e vernici. È indispensabile recarsi dal medico di famiglia in presenza di uno dei seguenti sintomi: tracce di sangue nell’urina (ematuria), dolore durante la minzioneminzione frequente o disuria. Nel sospetto di patologia uroteliale vescicale l’indagine di prima istanza è l’ecografia Il sospetto ecografico viene normalmente approfondito con esame endoscopico (cistoscopia) effettuato dall’urologo.

È necessario inoltre integrare la stadiazione anatomo-patologica con ulteriori studi di imaging come la tomografia assiale computerizzata (TAC) , la risonanza magnetica nucleare (RMN) e la scintigrafia ossea.

Le opzioni terapeutiche attualmente disponibili per il trattamento del cancro della vescica sono:

  • chirurgia;
  • radioterapia;
  • chemioterapia;
  • terapia biologica
  • immunoterapia

La scelta della terapia dipende dalla sede e dallo stadio del tumore, dall’età e dalle condizioni generali del paziente.

CHIRURGIA
Esistono diversi tipologie d’intervento:
resezione transuretrale: introducendo il cistoscopio in vescica attraverso l’uretra, viene asportato il tumore;
– cistectomia parziale: è l’intervento di asportazione della porzione di vescica interessata dal tumore;
cistectomia radicale con linfoadenectomia: è l’intervento di asportazione totale della vescica. Nell’uomo generalmente si asportano anche la prostata e le vescicole seminali (quelle piccole ghiandole che secernono il liquido seminale); nella donna potrebbe essere necessario asportare anche l’utero, le ovaie e una parte di vagina.
derivazione urinaria: consiste nella creazione di un passaggio alternativo per l’urina bypassando la vescica. Può essere esterna, attraverso uno o due sacchetti che raccolgono le urine, oppure può realizzarsi attraverso il confezionamento di una neovescica, conservando le vie naturali di eliminazione dell’urina.

Il chirurgo consiglierà la tecnica più indicata nel singolo caso.

CHEMIOTERAPIA
Si distingue :

  1. chemioterapia intravescicale: instillazione diretta del farmaco nella vescica attraverso un catetere inserito nell’uretra.
  2. chemioterapia neoadiuvante (prima dell’intervento chirurgico) nei pazienti con malattia muscolo-infiltrante con la finalità di ridurre le dimensioni della lesione prima dell’intervento e/o preservare la vescica.
  3. chemioterapia adiuvante(dopo l’intervento chirurgico) Lo standard terapeutico è rappresentato da schemi di chemioterapia contenenti cisplatino +gemcitabina per 4-6 cicli
  4. chemioterapia nel setting metastatico

Il trattamento di prima linea per pazienti fit per il cisplatino dovrebbe prevedere schemi come GC (Cisplatino + Gemcitabina), M-VAC (Metrotexate, Vinblastina, Doxorubicina e Cisplatino).

I farmaci testati in seconda linea (paclitaxel, docetaxel, oxaliplatino, gemcitabina, vinflunina)

TERAPIA BIOLOGICA
La terapia biologica somministrata per via intravescicale nel trattamento del carcinoma uroteliale superficiale è il BCG (Bacillo di Calmette-Guerin (BCG).Dopo il trattamento, il paziente è sottoposto a controlli periodici (analisi del sangue e altri esami) allo scopo di individuare tempestivamente un’eventuale ripresa della malattia.

IMMUNOTERAPIA
L’impiego dell’immunoterapia sistemica nel contesto di studi clinici promette importanti novità nel prossimo futuro per quanto riguarda le possibilità di trattamento dei casi con malattia avanzata in alternativa alla chemioterapia standard. Nello specifico Atezolizumab e pembrolizumab sono farmaci testati nel carcinoma della vescica.

L’Oncologia Medica del Dipartimento Uro Ginecologico  partecipa a numerosi studi di ricerca clinica nazionali e internazionali, che prevedono l’impiego di nuovi farmaci, sia biologici che immunoterapici.

Alcuni di questi studi sono condotti insieme a prestigiosi network oncologici internazionali nazionali (MEET-URO). Tra gli studi clinici in corso:

  • STUDIO KEYNOTE-672 / ECHO-307: “Studio clinico di fase 3 randomizzato in doppio cieco con Pembrolizumab (MK-3475) in combinazione con Epacadostat (INCB024360) o placebo in pazienti con carcinoma uroteliale non eleggibili a chemioterapia contenente cisplatino”
  • STUDIO KEYNOTE-698/ECHO-303: “A Phase 3 Randomized, Double-Blind Clinical Study of Pembrolizumab + Epacadostat vs Pembrolizumab + Placebo as a Treatment for Recurrent or Progressive Metastatic Urothelial Carcinoma in Patients who have Failed a First-Line Platinum-containingChemotherapy Regimen for Advanced/Metastatic Disease”
  • STUDIO WO29636: “Studio di fase III, multicentrico, randomizzato, in aperto sull’uso di Atezolizumab versus la sola osservazione come terapia adiuvante in pazienti con carcinoma vescicale muscolo-invasivo ad alto rischio, dopo cistectomia, selezionati in base allo stato DI PD-L1”
  • STUDIO JASINT 2: “Studio randomizzato di fase III per il confronto delle combinazioni di vinflunina-gemcitabina e gemcitabina-carboplatino in pazienti con carcinoma uroteliale avanzato o metastatico ineleggibili al trattamento con cisplatino
  • STUDIO JAVELIN BLADDER- B9991001: “Studio di fase 3, multicentrico, multinazionale, randomizzato, in aperto a gruppi paralleli di Avelumab (MSB0010718c) in aggiunta alla terapia di supporto ottimale a confronto con la sola terapia di supporto ottimale come trattamento di mantenimento in pazienti con cancro uroteliale metastatico o localmente avanzato che non abbiano avuto progressione della malattia dopo il completamento della chemioterapia di prima linea a base di platino