Le metodiche terapeutiche di seguito descritte sono disponibili soltanto presso alcune grandi strutture.

Radioembolizzazione: SIRT (Selective Internal Radiation Therapy) Consiste nella somministrazione intra-arteriosa di microsfere di resina arricchite con ittrio 90, un radioisotopo che emette radiazioni beta. Dopo l’inoculo nell’arteria che alimenta il tumore, le microsfere, intrappolate all’interno dei vasi tumorali, distruggono le cellule neoplastiche attraverso il rilascio delle radiazioni.

Il SIRT è un trattamento regionale in quanto le radiazioni sono dirette al fegato, ed in particolare alle cellule tumorali, senza colpire gli altri organi del corpo. È indicato per i tumori primitivi e secondari (metastatici) del fegato.

Ipertermia: Questa tecnica prevede l’innalzamento controllato della temperatura dell’organo trattato. Ciò provoca la distruzione delle cellule neoplastiche in quanto più sensibili all’aumento di temperatura rispetto a quelle normali. L’ipertermia può essere utilizzata da sola o in combinazione con la chemioterapia, potenziando l’efficacia del trattamento tradizionale. È indicata per i tumori primitivi e secondari (metastatici) del fegato.

Elettroporesi Reversibile (ECT) o Irreversibile (IRE): Questa metodica non termica inattiva le cellule tumorali mediante la creazione di campi elettrici che s’instaurano tra due o più aghi e conducono alla distruzione della membrana cellulare, con conseguente morte delle cellule neoplastiche e non comprese nel raggio d’azione dei campi elettrici.

Thermodox in combinazione con la procedura di radiofrequenza: Thermodox è un farmaco sperimentale sensibile al calore che rilascia doxorubicina, un chemioterapico, quando viene esposto al calore della radiofrequenza. Il farmaco viene somministrato per via endovenosa almeno trenta minuti prima della procedura di radiofrequenza. La combinazione delle due metodiche dovrebbe aumentare l’ampiezza della regione di tessuto che può essere trattata con la sola termoablazione e sterilizzare le eventuali micrometastasi periferiche alla neoplasia principale.

GLI STUDI CLINICI

Gli studi clinici sono sperimentazioni condotte sui pazienti per varie finalità:

  • testare nuovi trattamenti o nuovi farmaci;
  • verificare se i trattamenti disponibili, combinati o somministrati in maniera diversa, sono più efficaci o causano meno effetti collaterali;
  • confrontare l’efficacia dei farmaci utilizzati per il controllo dei sintomi;
  • studiare il principio di azione dei farmaci antitumorali;
  • vedere quali trattamenti hanno il miglior rapporto costo-beneficio.

Gli studi clinici costituiscono l’unico modo affidabile per verificare se il nuovo trattamento (chirurgia, chemioterapia, radioterapia, ecc.) è più efficace di quello o quelli al momento disponibili.

Partecipare ad uno studio clinico significa avere la possibilità di essere sottoposti al trattamento in sperimentazione o, se fate parte del gruppo di controllo, di ricevere il miglior trattamento convenzionale disponibile per la vostra malattia. Ovviamente, nessuno può garantire a priori che il nuovo trattamento, seppur efficace, dia risultati migliori di quello convenzionale. Se parteciperete ad uno studio clinico sarete sottoposti ad una serie di controlli molto rigorosi, comprendenti un numero di esami e visite mediche anche maggiore di quello previsto normalmente.

Se il trattamento oggetto della sperimentazione si dimostra efficace o più efficace rispetto al trattamento convenzionale, sarete i primi a trarne beneficio. Di solito, agli studi clinici partecipano diversi ospedali.

 

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